ACQUISTI – PUNTO VENDITA | 20 ACQUISTI – ONLINE | 20

Hai una strategia web per il tuo punto vendita?
A Novembre e Dicembre gli acquisti online sono stati 50.000.000
sullo stesso segmento commerciale gli eCommerce segnano un incremento annuo del 15% .

Mi sono tornati in mente alcuni post letti nel feed di Facebook all’inizio di Dicembre, in essi si inneggiava a fare gli acquisti nei negozi delle nostre città, “salviamo il commercio cittadino”, il dito puntato ormai contro un unico colpevole che inizia con la A . . . . . e termina con la N !

TRASFORMAZIONE

I processi di trasformazione non li possiamo fermare, sarebbe utile che ogni singolo individuo avesse coscienza delle proprie scelte, dettate dalle sue esigenze, dalle necessità reali o percepite come tali pur se assolutamente inutili ma sempre come un atto decisionale autonomo e non perché suggerito, segnalato o consigliato da un influencer, una moda, una pubblicità, uno sconto.

La persona “libera” attua scelte commerciali con conoscenza non solo di ciò che acquista ma tutto ciò che comporta quella azione.

Se 23 anni fa, quando siamo andati per la prima volta alle Maldive, abbiamo preso una manciata di sabbia rosa e la custodiamo in un piccolo scrigno, non colpevolizzo nessuno – probabilmente oggi con nuove conoscenze, nuove consapevolezze, tornando nel luogo citato non mi comporto più in quel modo anzi avendone l’occasione riporto quel piccolo pugno di sabbia rosa al suo posto!

EVOLUZIONE

Questo ritengo sia un processo di cambiamento con un fine rispettoso del luogo ma prima ancora del mondo che ci hanno dato in custodia, ricordandoci che non è di nessuno, chi lo vive – per molto o poco tempo, nelle forme che ci hanno attribuito – umano – animale – vegetale, dovrebbe averne rispetto!

I numeri a cui mi riferivo in apertura sono resi noti dall’Osservatorio eCommerce del Politecnico di Milano – direttore Valentina Pontiggia – riferendosi al Novembre + Dicembre gli acquisti online sono stati 50.000.000
nel 2019 le spedizioni Italia sono state 318.000.000.
Facendo segnare un + 15% alle vendite tramite eCommerce sui dati dello stesso segmento del precedente anno, portando le vendite generali 2019 transitate con eCommerce al 7% ; un valore ancora molto ridotto rispetto al 93% di vendite che transitano ancora nei negozi, punti vendita tradizionali.

Perché allora qualcuno grida “fate gli acquisti nei negozi?”

Qui ritengo di aver enunciato un problema semplice ma estremamente complesso da affrontare, tradizionali!

Il punto vendita fisico in se e per se non è colpevole di nulla, è il tradizionale che stride fortemente con la realtà in cui viviamo oggi, è il non avere, per molti imprenditori, nessun progetto, nessuna visione, il cambiamento uno sconosciuto! 

Non  mi riferisco solo agli arredi – se un negozio ha come elemento differenziante un arredamento da 5 generazioni che racconta qualcosa di interessante ed attrae anche a fine 2019 salviamolo, ma non si può vedere da consumatore local, figuriamoci da turista, il cartello “il bancomat non funziona” – è chiaro che sia una questione di commissioni e come potenziale acquirente in quel momento mi allontana dall’acquisto, dal punto vendita fisico.

I pagamenti elettronici sono un elemento – segnalato dall’utenza – come incentivante per l’acquisto online, la facilità e sicurezza nelle transazioni di pagamento, è una tendenza a cui non ci si può sottrarre se si è nel commercio, ne per l’acquisto di un caffè o per una spesa di valore superiore!

ESPERIENZA

Non può succedere che entrando in un punto vendita di casalinghi, articoli da regalo nel periodo natalizio il banco ove vi è la cassa – unico luogo ove potevo stare per fare la scelta d’acquisto – fosse invaso da ritagli di carta, prezzi accartocciati, prodotti per la pulizia della colla, forbici, etc… – organizzati e riserva a chi ti visita una esperienza normale, oltre al fatto che alle 17.40 non hai neppure il resto da darmi!
Un caos che disincentiva e mette a disagio l’utenza, diverso dal caos –organizzato che delle realtà fisiche attuano per attrarre interesse, per catturare l’attenzione, per far acquistare qualcosa in più solo perché è veramente accattivante.

Durante il fine anno ho avuto il piacere di partecipare all’evento dei 70 anni dell’attività di una azienda a carattere familiare “attività storica”  – il merito va riconosciuto alle titolari – ma guardando con occhio obiettivo gli allestimenti, le scelte di esposizione, il caos-mix che regna è stato costante negli anni, non si respira l’aria di un progetto nuovo.

Un progetto strutturato su di una strategia allunga la vita commerciale 

Se il negozio non ha punti di contatto con l’utenza ad esclusione di quella unica vetrina che dovrebbe attrarre interesse in un momento in cui un passante è rapito dai suoi affari, problemi, mansioni e per quanto bella, sfavillante e luminosa, la vetrina non riesce a fermarlo,
il punto vendita deve cercare quell’utente in un luogo digitale, catturarne l’interesse in orari in cui il punto vendita probabilmente è chiuso, catturarne l’interesse nei luoghi social ove l’utente trascorre il suo tempo, il punto vendita può attivare strumenti in linea con un progetto strategico per approdare nel web marketing.

Sovente si attribuisce il prezzo di acquisto più conveniente ad un prodotto e/o servizio che scopriamo online, effettivamente a valore numerico di prezzo, comparato con lo stesso prodotto di marca e modello è veramente così,
vorrei porre la riflessione sul “prezzo generale” ovvero cosa comporta un acquisto online per tutti, non solo come mancato affare del punto vendita:
elevato numero di corrieri che scorrazzano per le città – traffico
i mezzi utilizzati per la consegna raramente sono elettrici – inquinamento
le maestranze impiegate nei vari vendor devono preparare i pacchi in condizioni di lavoro regolamentate ma discutibili come trattamento.

Sui questi nuovi posti di lavoro, un grande Hub, 75.000 mq – in Bologna, struttura di Poste, è progettato per impiegare robot riscrivo robot non persone, macchine che ogni giorno possono lavorare fino a 250.000 fra buste e pacchi ovvero dalla lettera al frigorifero!

Guardando lo scenario da consumatore e da cittadino mi passa per la mente che a monte servirebbe un progetto semplice (per quanto possibile), un progetto redatto da “tecnici ed economisti” , non potranno prevedere il futuro, ma una visione più lungimirante la dovrebbero avere grazie anche allo studio ed all’osservazione di paesi che stanno affrontando le trasformazioni da più tempo rispetto a noi, per tracciare indicazioni di come far convivere la nuova esperienza di acquisto che coinvolge l’utente dall’online, all’offline, dal fisico, al digitale senza tralasciare il classico passaparola dal panettiere o attraverso una recensione.     

FUTURO

I cambiamenti sono complessi, costosi, toccando aspetti di investimento economico e di pari importanza di atteggiamento mentale, il nuovo e “sconosciuto” porta con se elementi positivi ed altri meno favorevoli; la trasformazione del tessuto economico-sociale che ha caratterizzato lo sviluppo e l’emancipazione negli anni 60’ – 70’ – 80’ , ha assunto le sembianze di qualcosa che sembrava fosse per tutti.
La moltitudine appariva uniformata negli usi e nei costumi del vivere degli anni 90’ – 2000, piano piano – forse non così lentamente – si sono fatte avanti nuove tecnologie, nuovi strumenti a cui un “popolo” anagraficamente non più giovane non riesce ad adattarsi.

Aspetto per me deludente è il voler frenare il nuovo che avanza, cercare solo il negativo nel cambiamento, manteniamo  quell’orgoglio che ci ha caratterizzato come nazione, il senso di appartenenza, il valore di esserci veramente per l’altro: familiare, amico, conoscente, di colui che condivide un percorso con Noi, probabilmente riusciremmo ad affrontare con risultati positivi la trasformazione che stiamo vivendo.    Un saluto Edi