Nei mesi scorsi mi sono trovata ad analizzare la presenza digitale di aziende nel settore agroalimentare, dopo pochi passaggi, mi è nata l’idea che sia importante fare chiarezza sulla rappresentazione del Made in Italy .
Le aziende narrano il loro passato, raccontano il processo produttivo quotidianamente attuato per avere un prodotto che può essere venduto così “originale” oppure può subire delle trasformazioni lungo la catena produttiva, coinvolgendo da alcune unità operative in aziende agricole a più personale in aziende strutturate.

I prodotti sono nella maggior parte dei casi delle produzioni locali, riscoperte grazie a tradizioni familiari tramandate di generazione oppure attività rivalutate e messe in opera da persone che hanno deciso – ad un certo punto della loro vita personale e lavorativa – di trovare una nuova vicinanza con il mondo della natura, dell’alimento, per una qualità di vita più sostenibile.
Vi sono anche casi di nuovi imprenditori che hanno modificato e trasformato delle produzioni dando un impulso di qualità ed esclusività alla produzione.
L’esclusività molto spesso viene attribuita da un elemento che Noi per primi sottovalutiamo, il luogo ove ci troviamo a vivere, gli oltre 1300 km che vanno dalle Alpi al Mar Ionio, da Ovest ad Est, aree pianeggianti con microclima molto tipico, dal Mar Ligure e Tirreno all’Adriatico con una catena Appenninica che non abbandona, il Mediterraneo che delimita due meravigliose Isole, questa è la terra naturale che ci ospita.

“Viva l’Italia, L’Italia liberata, L’Italia del valzer e l’Italia del caffè, L’Italia derubata e colpita, al cuore, Viva l’Italia, L’Italia che non muore” De Gregori
Sentiamo il coraggio di mettere in pratica una caratteristica che abbiamo innata – la creatività pragmatica – abbiamo idee, le inseguiamo, vi dedichiamo ore ed ore della nostra vita lavorativa e privata, perché quando c’è una passione, il confine si perde, diventa un tutt’uno coinvolgendo spesso chi abbiamo vicino, non solo come legame parentale ma anche la ricaduta sul territorio ove si trovano queste attività ne trae beneficio.
Una esperienza imprenditoriale positiva è come un granello che fa “germogliare” interesse, attrae, collaborando con gli aspetti culturali e storici che ci attorniano ovunque ci giriamo nel meraviglioso “stivale”.
Il concetto che si vuole sottolineare è il Made in Italy ma vedendo bedge, coccarde, fregi di forme diverse, colori diversi, con descrizioni diverse mi sono chiesta:
Cos’è il Made in Italy? In cosa è riconoscibile?

Il coraggio di esprimere la presente considerazione ha preso forza dopo la lettura di una articolo su una riflessione di @DavideCavalieri – Chief Executive Cavalieri Retail, ove enunciava una visione sul retail (settori vari) maturata dall’esperienza empirica, amalgamata ad una prospettiva internazionale, in ottica di crescita e miglioramento per la realtà italiana.
https://www.linkedin.com/pulse/chi-ci-deride-non-conosce-la-nascita-di-una-nuova-era-cavalieri
Riporto testualmente “…Occorre un piano che inizi dai settori più colpiti, che non metta 1.000 paletti e vincoli burocratici, ma che sia ambizioso e che privilegi in una prima fase il Made in Italy e l’immagine delle nostre eccellenze nel mondo…” nello specifico si fa riferimento al periodo di lockdown, l’input di privilegiare, tutelare, proteggere l’italianità è necessario!
Il tempo trascorso in isolamento, ha imposto degli aspetti a cui rapportarsi:
chi si sente cambiato, io faccio parte di questa categoria, mi pare di osservare il mondo che mi circonda con maggiore criticità, sono diventata molto “intollerante alla superficialità ed alla leggerezza di ragionamento, di pensiero” anche nelle cose quotidiane; chi ha fatto una parentesi di questo periodo e tenta di riprendere la vita lasciata a fine Gennaio ‘20, trovandosi disorientato, in un ambiente fisico e relazionale completamente diverso.

Il bel paese, il Made in Italy, non esprime qualità nelle persone che gestiscono le istituzioni, dando quotidianamente prova di uno scollamento fra teoria e pratica, mostrando continuamente un puntare il dito all’altro schieramento ideologico, lasciando la penisola in balia dei suoi confini: un mare apparentemente calmo ed una Europa che incombe.
Ogni alba porta con se nuovi interrogativi, normative, disposizioni, regole, le quali per essere comprese ed attuate hanno bisogno di tecnici specializzati in materie che non esistono, il vivere quotidiano è veramente impegnativo; forza morale, volontà, caparbietà di tutti i cittadini italiani, saranno una leva per il cambiamento?
Riusciremo a dare valore al Made in Italy? Al tramonto gli interrogativi non si dissipano…
Un saluto Edi Govoni